VITTORIO FORMENTANO
Vittorio Formentano nasce a Firenze il 31 ottobre 1895, città dove il padre, Alfredo,
risiedeva occasionalmente per la sua carriera di magistrato. Fu proprio la carriera
paterna che impose a Vittorio Formentano molteplici spostamenti di città
in città. All'inizio del secolo scorso, grazie al suo precoce spirito volontaristico
e alla sua tenacia organizzativa, partecipa alla costituzione del Corpo Volontari
Alpini a Verona e del Corpo Volontari Fucilieri a Catania. Allo scoppio della prima
guerra mondiale viene chiamato alle armi, dove inizia la sua carriera militare.
Nel 1917 viene posto di fronte alla scelta fra il proseguimento della carriera militare
e il conseguimento della laurea. Sceglie la seconda soluzione; perde i gradi di
sottotenente, viene nominato sergente di sanità e riprende gli studi di medicina
all'Università di Padova. Il 3 novembre 1918 partecipa allo sgombero dei
feriti a Trento con l'ospedale da campo, passa successivamente all'ospedale di Grois
e infine a quello di Genova, dove nel 1921 viene congedato potendo così finalmente
conseguire l'ambita laurea. Iniziata la professione medica a Voghera, Vittorio Formentano
si trasferisce a Milano dove fonda l'Istituto Ematologico, presso il quale mette
a disposizione dei medici un servizio specializzato di esami con prelievi a domicilio
e dove inizia a pubblicare il Bollettino Ematologico che poi verrà trasformato
nella rivista Il Sangue. Nel 1926 Formentano lancia un'appello su un quotidiano
per la costituzione di un gruppo di donatori di sangue. Nel 1927 è uno dei
primi medici trasfusionisti italiani, il 15 maggio dello stesso anno, con 17 volontari
che si presentano presso lo studio ematologico di Via Moscova 18, fonda l'Associazione
dei Donatori di Sangue. Da questo momento la sua attività di medico si intreccia
indissolubilmente con quella di Presidente e organizzatore dell'AVIS. Nel 1930 l'Avis
comincia ad estendersi a livello nazionale con la costituzione di un gruppo di donatori
a Torino, ma solo nel 1931 Vittorio Formentano viene nominato Commissario Generale
e insieme al fratello Eugenio comincia ad allacciare i primi rapporti con i vari
gruppi di donatori esistenti in Italia. Nel 1932 il fascismo offre all'Avis il suo
appoggio a patto che venga aggiunta alla denominazione associativa la qualifica
di organizzazione fascista. Formentano si reca a Roma a parlare con Mussolini e
durante l'incontro fa presente che l'Avis è un'organizzazione umanitaria
e di mutuo soccorso, apartitica, al servizio delle sofferenze e che non ha nessuna
mira o potere di avversione dello Stato anche se accoglie, nelle sue fila, uomini
di ogni tendenza politica apertamente dichiarata o meno. Il colloquio di Formentano
con il Duce porta a un riconoscimento da parte di quest'ultimo dell'autonomia associativa
imponendo, però, alcune modifiche dello Statuto. L'Associazione deve quindi,
per assolvere i suoi compiti istituzionali, convivere col sistema instaurato dalla
dittatura, subirne le imposizioni, pur non accettando alcuna marca o divisa. In
base alle modifiche statutarie apportate nel 1935 Mussolini dà il compito
ai medici provinciali di rappresentare i donatori alle Assemblee Nazionali, consentendo
all'Avis di tenere gli schedari dei datori di sangue, in questo modo l'Associazione
riesce a controllare ed eliminare gradualmente la piaga del sangue a pagamento.
Dal 1927 al 1939, cioè fino a quando la Direzione Nazionale della Sanità
utilizzò i laboratori provinciali, Formentano vuole che presso l'Associazione
vengano
effettuati tutti i controlli medici e gli esami di laboratorio di cui i donatori
di sangue hanno bisogno. Il 24 febbraio 1946 Formentano viene eletto Presidente
dell'Avis Nazionale la cui sede viene, definitivamente, stabilita a Milano. Nel
1947 alla dichiarazione da parte della Croce Rossa Italiana di voler assorbire l'AVIS,
il Presidente Formentano concorda con i dirigenti dell'Avis di Roma una linea di
condotta sia nei confronti della CRI che nei riguardi del Ministero competente.
Ma la polemica non si spegne fino al 1949 quando diventa chiaro il tentativo di
sottrarre all'Avis il servizio trasfusionale. Il 14 febbraio dello stesso anno i
volontari con alla testa Formentano, si riuniscono in piazza Belgioioso dove approvano
un ordine del giorno di protesta che viene presentato al Prefetto di Milano. Mentre
quest'ultimo si fa portavoce presso il Governo, inizia la sospensione delle trasfusioni,
con l'unica eccezione di quelle urgenti. Una sospensione simbolica che però
porta al riconoscimento dell'importanza e dell'indipendenza dell'Avis. Tutto questo
fa si che nel mese di luglio venga abrogato il disegno di legge che voleva l'Avis
assoggettata alla Croce Rossa Italiana. Nel 1950 Formentano chiede finalmente il
riconoscimento giuridico dell'Avis che viene decretato con Legge nel 1951. Nella
sua storia di volontario Formentano non fu solo Presidente della sezione milanese
e nazionale dell'Avis, ma anche dal 1958 della Fondazione Internazionale delle Organizzazioni
dei Donatori di Sangue, di cui fu cofondatore, e dal 1966 Direttore del Laboratorio
centrale di analisi dell'Inam. Per la sua attività svolta nel campo sanitario
e in particolare per il grande contributo dato all'organizzazione del servizio trasfusionale
in Italia, il Ministero della Sanità nel 1965 gli conferisce la medaglia
d'oro di benemerenza della Sanità Pubblica. Nel 1967 Vittorio Formentano
lascia la presidenza nazionale dell'Avis. Vittorio Formentano muore il 1° settembre
1977 a Cunardo.